20 Febbraio 2023

Collocazione provvisoria

Un racconto artistico della croce, provvisoria collocazione umana

La grandezza di Dio, che per Amore infinito s’abbassa alla dimensione umana dall’alto della Sua Divinità, per poterla riscattare ed innalzare a Sé, è massimamente testimoniata dalla croce, strumento di morte ignobile e sofferente, ch’Egli trasforma in un trono regale: la croce di Cristo, “scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani”, è la rivoluzione più grande di sempre, lo stravolgimento della logica umana: è la grandezza nella nullità, il trionfo nella sconfitta, la luce della Vita vera nell’oscurità delle tenebre della morte. La croce è lo strumento che Dio impiega per comunicarci il Suo Amore incommensurabile, e rappresenta il varco attraverso cui ciascuno è chiamato a passare, per la conquista della salvezza. Sì, perché il legno della croce è il legno universale dei drammi della quotidianità di ciascuno, è il simbolo della multiforme sofferenza che grava sulle spalle di ognuno, è delusione, dispiacere, turbamento, conflitto, travaglio, esperienza di peccato, morte fisica e spirituale. Il volto brutto dell’umanità è fatto di legno. Eppure la nostra collocazione sulla croce è provvisoria; Cristo stesso, che si è fatto carico del peso delle croci dell’umanità intera, è stato sulla croce solo di passaggio: Egli vi è salito per risorgere, sconfiggendo la morte e trasfigurando la croce con Lui. La croce è dunque la nostra collocazione provvisoria salvifica: un momento di stallo sofferto, mai da intendere come fine a se stesso, piuttosto come una tappa talvolta obbligata, necessaria per rinascere a vita nuova; come una costante umana che solo se “riletta”, solo se concepita come parte di un più grande disegno, acquista valore, passando, paradossalmente, dall’essere strumento di dolore a occasione di grazia, maturazione e perfezionamento.

L’immagine della croce come collocazione provvisoria è propria di don Tonino Bello, che ispirato da un grande crocifisso in terracotta appoggiato ad una parete della sagrestia del Duomo di Molfetta, fece dono a tutti noi di una meravigliosa, intima riflessione sul valore della croce, illuminante spunto per l’iniziativa promossa da Campania Bellezza del Creato: “Collocazione Provvisoria”, la nuova Collettiva d’Arte ideata da Giuseppe Ottaiano, a cui la sensibilità e la creatività di tanti artisti campani hanno dato forma. Cinquanta opere d’arte, cinquanta esperienze personali impresse sul legno raccontano la croce come collocazione provvisoria, portatrice di Libertà e Grazia, con l’immediatezza e la forte carica emozionale proprie del linguaggio artistico, facendo dell’Aula Capitolare del Santuario della Madonna dell’Arco’ che le ospiterà, un luogo di catarsi e profonda introspezione.

Per la gioia di Campania Bellezza del Creato e dei padri Domenicani del Santuario, entusiasti accoglitori dell’iniziativa, il prossimo 24 febbraio, alle ore 18:00, presso la Sala Capitolare del Santuario, si terrà il vernissage “Collocazione Provvisoria”, a cura di Giuseppe Ottaiano e sotto il patrocinio del Comune di Sant’Anastasia. Coordinerà l’evento Maddalena Venuso, Giornalista – Presidente Associazione Terre di Campania APS, mentre il critico d’arte Gaetano Romano guiderà gli ospiti alla scoperta di un’ insolita chiave di lettura della croce. Il Collettivo Artistico Vesuviano guidato da Mikele Buonocore, tra i premiati dell’ultima edizione del Premio Terre di Campania, arricchirà l’esperienza artistica con quella musicale. A seguire, un momento di rinfresco a cura degli Istituti Scolastici Iervolino e dell’Istituto Paritario Luigi Stefanini. La mostra sarà aperta al pubblico fino al prossimo 12 marzo.

Hanno aderito all’iniziativa gli artisti: Alfano Elio, Andolfi Alberto, Belmonte Vivian, Botticelli Antonella, Caccavale Alfonso, Calandro Giulio, Candileno Pina, Cappetti Mariagrazia, Cianci Cristina, Colmayer Anna, Coppola Gianfranco, Cordova Alfredo, Cotroneo Giuseppe, De Vivo Prisco, Dello Ioio Carmine, Delugan Gustavo, Duro Gianfranco, Ferraiuolo Giuseppe, Gargiulo Giuseppe, Gargiulo Patrizia, Gruppo LAB (Oppido Salvatore, Pozzo Gustavo, Errico Carlo), Guarino Nicola, I Santini Del Prete, Iuliano Fortunata, La Mura Maria, Lanzione Mario, Meo Nunzio, Migliozzi Nicola, Mingione Pietro, Modrone Cesare, Mutolo Gaspare, Pagano Luigi, Piscitelli Amalio, Polise Laura, Riemma Michelangelo, Romualdo Luciano, Rossi Gianni, Salvati Michela, Salzano Antonio, Saviano Agostino, Saviano Luigi, Savio Giacomo, Sbrescia Carmela, Scafidi Giovanni, Scarano Luigi, Storto Ivana, Tirelli Franco, Villani Paolo, Vitiello Raffaella, Zolcinski Alex, Zotti Giuseppe.

Il prossimo 24 febbraio, siamo tutti invitati al vernissage, con l’augurio che le collocazioni provvisorie di ciascuno possano farsi trampolini di lancio, bozzoli di farfalle, sepolcri vuoti, meravigliose opere d’arte.

 

Sabatino Fatigati